Elettrochemioterapia (ECT)
Questa strumentazione amplierà le possibilità terapeutiche in pazienti con tumori solidi e si affiancherà ai servizi già in atto di chemioterapia e chirurgia oncologica.
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FAQ
L’elettrochemioterapia (ECT) è un nuovo approccio al trattamento delle neoplasie solide.
Questa tecnica combina la somministrazione sistemica o locale di un agente chemioterapico con l’applicazione di impulsi elettrici; essi determinano una elettroporazione reversibile (“permeabilizzazione”) delle membrane cellulari che fa aumentare l’assorbimento del farmaco da parte delle cellule tumorali, con conseguente aumento dell’efficacia della chemioterapia.
- Dose inferiore di farmaco chemioterapico: la permeabilizzazione della membrana causa un aumento dell’effetto citotossico.
- Rilascio di antigeni tumorali rilasciati dalle cellule danneggiate.
- Essi vengono riconosciuti dal sistema immunitario, attivandolo.
Bleomicina (BLM): farmaco lipofobo che per penetrare la membrana cellulare sfrutta recettori proteici posti sulla membrana cellulare. In condizioni normali l’assorbimento è lento e limitato.
L’ECT permette un aumento di 1000 volte dell’effetto citotossico della BLM.
Cisplatino: è un chemioterapico non fase-specifico derivante dai sali del platino ed è il secondo farmaco più usato nei trattamenti ECT.
Tale farmaco viene sempre meno utilizzato in chemioterapia “standard” per la sua nefrotossicità, tuttavia, l’utilizzo in regime di ECT permette di evitare tale complicanza.
L’ECT permette un aumento di 80 volte dell’effetto citotossico del Cisplatino.
Negli ultimi anni l’ECT è diventata un trattamento valido e riconosciuto per il trattamento di tumori cutanei e sottocutanei nei cani, gatti, cavalli e animali esotici (nonché dell’uomo).
I migliori candidati per un trattamento di elettrochemioterapia sono animali che presentano piccole lesioni superficiali in cui vi è più elevata possibilità che l’ECT abbia indicazione curativa, evitando atteggiamenti chirurgici considerati più aggressivi, oppure neoplasie solide che per localizzazione e dimensione rendono impossibile un trattamento chirurgico e per le quali si voglia optare per un atteggiamento palliativo a seguito dell’invasività che ne conseguirebbe, o per quelle neoplasie già operate ma non escisse completamente e che risultano quindi a rischio di recidiva locale.
In particolare, l’ECT è già stata applicata per il trattamento dei seguenti tumori:
- Tumori perineali (>cane);
- Adenocarcinoma mammario;
- Carcinoma squamo-cellulare (>gatto);
- Altri tumori epiteliali, quali il tricoblastoma digitale;
- STS ed emangiosarcomi (cane e gatto);
- Fibroma (>cane);
- Mastocitoma (>cane);
- Linfomi cutanei (cane e gatto);
- Tumore venereo trasmissibile;
- Melanoma maligno del cavo orale (>cane).
Il trattamento è una terapia loco-regionale che viene svolta in regime di Day hospital in anestesia generale.
- Il paziente viene indotto in anestesia generale e successivamente si somministra il chemioterapico.
Se la somministrazione del farmaco sarà per via endovenosa, verrà preso un accesso venoso per permettere la somministrazione in sicurezza del farmaco a livello sistemico, altrimenti si procede all’inoculazione del chemioterapico a livello intratumorale. Se somministrato per via enodvenosa, dopo la somministrazione si attendono 8 minuti per fare in modo che il chemioterapico abbia il tempo di raggiungere il sito della neoplasia, solo 1 minuto in caso di somministrazione intralesionale. - Attraverso delle sonde specifiche applicate sul tumore, vengono erogati localmente degli impulsi elettrici calibrati che causano l’elettroporazione delle membrane cellulari aumentandone così la permeabilità.
- Il numero delle applicazioni varia a seconda della sede ed estensione della lesione.
- Dopo di che il trattamento è terminato e iniziano le procedure di risveglio durante le quali il paziente viene monitorato prima delle dimissioni.
Durante il trattamento ECT vi è la stimolazione locale dei tessuti più facilmente eccitabili come muscoli, nervi con contrazioni muscolari e dolore acuto.
Per questo motivo in veterinaria è quasi indispensabile un contenimento farmacologico, con anestesia generale, per ridurre la percezione del dolore ed evitare mioclonie.
Eventualmente si possono utilizzare anche farmaci miorilassanti per ridurre le contrazioni muscolari.
Tuttavia, la procedura è generalmente molto veloce (da 15 a 45 minuti) e il piano anestesiologico può non essere particolarmente profondo, riducendo quindi anche il rischio anestesiologico.
- Esame del sangue (emocromocitometrico e biochimico) per escludere co-morbilità;
- Esame citologico e/o esame istopatologico tramite biopsia incisionale o escissionale per ottenere una diagnosi confermativa;
- Stadiazione della malattia tramite ecografia addominale e/o RX torace, e dove necessario esami di Imaging avanzato (TC, RM) al fine di calibrare la prognosi e dare indicazione sul ruolo del trattamento;
- (Palliativo vs curativo);
- Visita cardiologica con esame Ecocardiografico (per l’ammissione alla procedura anestesiologica).
Gestione post-trattamento, controlli, nuovi trattamenti
Nei primi giorni post-trattamento sarà importante da parte del proprietario verificare il mantenimento nelle normali funzioni organiche (appetito, minzione e defecazione) e l’eventuale presenza di algia o fastidi (grattamenti).
A seconda della sede potrà essere indicato l’uso di collare d’Elisabetta o maglietta protettiva per i primi 7-10 giorni post-terapia.
E’ normale il riscontro di una formazione di escara e lieve infiammazione locale, per questo si valuterà sul singolo caso in funzione di sede e dimensione e stato generale del paziente, l’applicazione di un trattamento antinfiammatorio -analgesico per qualche giorno post-terapia.
Dopo il trattamento ECT vengono fissate visite di controllo a 1, 2 e 4 settimane, durante le quali vengono verificate le condizioni di salute del paziente e lo stato di guarigione delle lesioni.
La risposta al trattamento di ECT viene valutata al termine delle 4 settimane post trattamento attraverso i criteri RECIST= “Response evaluation criteria in solid tumors”: si tratta di un sistema creato per valutare la risposta a trattamenti citostatici su tumori solidi.
I risultati ottenuti vengono classificati come:
1.Risposta completa: lesione non più evidenziabile;
2.Risposta parziale: la riduzione di almeno 30% della somma dei diametri maggiori della lesione, valutata in basale;
3.Malattia stabile: riduzione o aumento nella somma dei diametri insufficiente per definirsi risposta parziale o progressione di malattia;
4.Progressione di malattia: aumento della lesione.
Il trattamento viene ripetuto fino al raggiungimento della Risposta completa, se eticamente accettabile.
Alla luce dei promettenti risultati nell’uso dell’ECT per i tumori cutanei, sottocutanei e alcuni tumori orali, negli ultimi anni è aumentato l’interesse per il trattamento dei tumori profondi e intraluminali.
Sono in produzione elettrodi specifici per l'accesso a diverse aree del corpo che combinati con tecniche avanzate di diagnostica per immagine, consentiranno una pianificazione precisa del trattamento di questi tumori.
La nuova frontiera dell'ECT è quindi rappresentata dalla sua applicazione nel trattamento delle neoplasie viscerali e intracavitarie attraverso tecniche in open, laparoscopiche o endoscopiche.
Queste vie terapeutiche sono attualmente oggetto di studio in medicina umana e veterinaria.
- “Electroporation in Veterinary Oncology Practice”- Impellizeri, Springer, 2021. ISBN 978-3-030-80667-5.
- “Electrochemotherapy in Veterinary Oncology State-of-the-Art and Perspectives” Spugnini and Baldi, Veterinary Clinics of North America – small animal practice 2019, p967-979.
- “Electrochemotherapy in dogs and cats- a review” Ramos et al, Veterinary and Comparative Oncology 2024, p311-32.1
Il Team
Contatti
Per chiedere un appuntamento per consulto oncologico al fine di verificare l’applicabilità dell’elettrochemioterapia si chiede di contattare la Prof.ssa Roberta Ferrari utilizzando il seguente indirizzo del servizio di oncologia: oncologia.ospedaleveterinario@unimi.it